Basta poco, ma buono.


E così che mi consolo,
allegro, inebriato e solo,
di orata fumante e arrosto
e di vino spillato tosto,
senza ulteriori pensieri,
dei problemi avuti ieri,
e osservando triste quella lisca,
immolata all’altare della panza,
penso allegro al suono brutto,
di chi apprezza con un rutto,
prosit antico e troglodita,
di chi si lecca le cinque dita,
di un pranzetto sopraffino,
alla faccia del panino.
Con i miei pensieri infine,
Gonfio, sazio e riposato,
aspetto fiducioso Morfeo da sdraiato,
nel giardino dei miei sogni,
dell’estate: che ritorni!

Dondolo i miei pensieri.


Periodo di transizione,
con nuvole all’orizzonte e piovaschi sparsi,
ma con temperature in rialzo.
Le persone mi scorrono di lato,
e la prospettiva è appiattita:
cerco un altro punto di vista.
Sapore di un cappuccino montato a neve,
mi porta lontano nel tempo,
quando i minuti erano gli stessi,
ma in quantità.
I ricordi sbuffano come il sugo nella pentola,
e intorno lasciano un buon profumo.
Cosa ci rende insoddisfatti?
Perchè abbiamo tutto e non serviamo a niente?
Cerco il bandolo della matassa,
o pisolo nella melassa,
o brontolo con la bagassa:
ma in testa solo materia grassa.
E aspetto i momenti sereni,
cullato nella mia sedia,
in giardino con un libro,
a dondolare i miei pensieri.
Ho bisogno di sentire
il respiro greve della terra,
di rallentare il battito,
di capire tanto,
facendo poco.
Aspetto.

Tadzio: provocatore o semplicemente idiota?


L’agricoltore combatte la gramigna,
la velina la ciccia,
la Finanza l’evasione:
il popolo del blog
è invece infestato da una entità
purtroppo non astratta
di nomignolo tadzio.
Tale importante luminare,
con i suoi scarponi da montagna
entra nei blog e infanga
quello che trova
con la pretesa di essere
il depositario del giusto,
del verbo
o almeno del complemento oggetto.
Partiamo dal principio
che ognuno ha il diritto di dire quello che vuole,
ma che sia qualcosa di interessante, ogni tanto.
Perchè dire che una cosa fa schifo, è facile.
Dire come si può evitare che faccia schifo è intelligente.
Questo omino ogni settimana trova il tempo per farsi
una via crucis (per gli altri) tra i blog,
con l’intenzione di aizzare la polemica,
di cui va ghiotto.
Bè, che dire, caro tadzio.
Non sei un idiota,
questo è sicuro.
Se il tuo divertimento è fare polemica
sei sempre il benvenuto:
perchè mi hanno insegnato
che i più sfortunati vanno aiutati.
E tu ne hai un gran bisogno.

Idea di Donna.


Folletto multicromo,
bizzarra donna colorata di vita,
saltella e zompetta
per la vita reale e virtuale,
lasciando il segno:
il suo,
pennellato,
ritagliato,
cucito e servito.
Arte nelle mani e nel cervello,
dietro un sorriso di donna
che sa stupirsi per il bello,
e si commuove per un nonnulla,
per un vecchio o un bimbo in culla.
Vivere seguendo una strada è facile,
per tutti,
e la vita scorre così inesorabile
come la vecchiaia.
Vivere seguendo La Strada
è la scelta più dura,
e la vita cammina
come un salmone sulle cascate:
ma c’è fresco e si è liberi,
di dire che si è vissuto
fino alla vecchiaia,
da giovani.
Perchè è l’idea che abbiamo di noi stessi
che ci permette di non sentirci finiti,
arrivati, consumati, spremuti.
Se l’idea è buona,
viviamo come un bicchier d’acqua,
bevuto in un sorso.
E rinfrancati,
facciamo più felici anche gli altri.
Bè, sei una buona Idea.
Riferimenti: Giorgi

Italiuncola, poeti santi che navigano a vista.


Sapere cosa è giusto e sbagliato,
è l’angoscia della nostra italietta,
chiusa nel peccato originale, griffato,
ma contraffatto in mille scadenti sottospecie.
Popolo indomito di santi (licheri),
poeti (al poetto),
navigatori (di internet),
siamo ormai la parodia che di noi fanno all’estero.
Pizza e mandolino,
cuore amore,
lettera e testamento.
Culturale.
Ditemi l’ultima cosa interessante
che avete letto su un quotidiano,
senza barare:
Costantino e il Milan non contano!
Le cose intelligenti sono
come gocce di blue curacao:
colorano ma non sanno di nulla.
Sconvolti dall’adipe in eccesso,
travolti da un insolito destino
in un grigio mare invernale,
sognando un azzurro mare d’agosto,
avvolti in nubi di fumo urbano,
parliamo al telefono più che con noi stessi,
per rassicurarci:
siamo vivi,
siamo in società,
siamo accettati.
Ha senso,
o fa solo senso?

Elenoir, donna o semplicemente gnocca?


Parlo di una donna misteriosa,
con le unghie stiletto,
e la lingua affettatrice,
il fisico mozzafiato,
e il fiato mentolato.
Elenoir.
Una donna che mi ha fatto
da balia asciutta,
mi ha preso in simpatia,
ma non mi ha mai portato a letto.
Una donna simpatica come una comica di Charlot,
ma anche come un porcospino nel sedere.
Frequenta gente chic, certe volte choc,
altre sciocch.
Bersaglio preferito dei fannulloni della rete,
preferibilmente ignoranti,
ha il suo fedele seguito tra intellettuali snob,
etno trash,
ragazzotti barzotti
e nonni voyeur,
donne stizzite
zitelle digrignanti,
amiche confidenti,
anonime infestanti.
Cosa dire della donna,
bella, gnocca e disinvolta,
se non che ogni santo giorno,
lo condisce con contorno,
di piacevol leggerezza,
e di fatua piacevolezza.

La mia vita a pezzi: film, disco, viaggio, libro.


La nostra vita è fatta di classifiche,
decisioni, ripensamenti, sbagli.
Ma la nostra capacità di scelta
è anche la nostra forza.
Perchè si sceglie di guardare
un film di Vanzina rispetto
a un film di Tarantino,
un libro di Melissa P.
a un John Fante,
o ascoltare Nino D’Angelo rispetto
a Stevie Wonder o Dizzy Gillespie?
La mente umana è meravigliosa,
variegata, dispiegata,
aggrovigliata.
E scegliere una via rispetto a un’altra,
è quello che ci distingue dalle bestie.
Ma discernimento, e voglia di migliorarsi
fanno a pugni con quello che ci propina
la società dei (media) magnaccioni,
che ci propina confezioni perfette,
dai contenuti discutibili:
merendine di buon sapore,
veloci da consumare,
ma che lasciano solo
il colesterolo alto.
Bè, allora penso:
cosa salverei di quello che ho vissuto?
Cosa è stato fondamentale per la mia vita?
Quali libri, quali dischi, quali film, quali viaggi
che hanno fatto vibrare il mio cervello,
per il fatto di essere in assonanza con il mio essere?
Inizio qui con i primi quattro.
Film.
Round’ Midnight di Bertrand Tavernier
Disco.
Songs in the key of love – Stevie Wonder
Libro.
Martin Eden di Jack London
Viaggio.
Kenya.

Il sol si oscura pel gran dolor.


Pelle scura, abbronzata,
con le crepe intorno agli occhi,
che cedono piano all’incuria e al tempo,
inesorabile.
Avanza lentamente,
dietro un Dio intangibile,
ma tremendamente presente.
Cori alti, vibrano nelle strette vie,
amplificano l’ansia per una morte antica,
per un sacrificio che si perde
nel cuore degli uomini.

“Il sol si oscura / E persin la terra
Il sen si serra / Pel gran dolor
Il sol si oscura / Il sol si oscura
Persin, persin la terra / Persin la terra
In seno si serra /Pel gran dolor
Pel gran dolor”

E lui barcolla appoggiato al suo bastone bianco,
reggendo quel vessilo pesante,
come la grandezza della sua fede.
Donne vedove e devote madri,
dipinte di nero,
con i ceri e i rosari snocciolano parole cantilena,
invocando una donna che ha perso un figlio,
assassinato.
Lui si ferma:
il popolo ha il diritto di toccare,
di credere che un Dio sia superiore
a tutte le loro piccole disgrazie,
i loro piccoli problemi.
Una goccia di sudore scivola sulla fronte,
si ferma ad ascoltare il canto greve,
e cade sulla pietra della via di Villanova,
dove un secolo fa passavano cavalli e buoi,
ed ora solo bestie senza Dio.
Le donne dai balconi lanciano petali di rosa,
e l’Arciconfraternita della Solitudine,
sfila con dignità, e fierezza negli sguardi.

“Il sol si oscura / E persin la terra
Il sen si serra / Pel gran dolor
Il sol si oscura / Il sol si oscura
Persin, persin la terra / Persin la terra
In seno si serra /Pel gran dolor
Pel gran dolor”

Siamo tutti lì, ad aspettarlo:
è vecchio, stanco, ma fiero, orgoglioso, imponente.
Il silenzio rende tutto drammatico,
gli uccelli, il mondo intero si ferma.
La gente piange in silenzio,
e mio nonno,
conduce la processione come un Mosè,
fedele a un rito antico che vuol dire
tradizione,
senso di appartenenza,
rispetto.
Nonno non c’è più,
ma il suo bastone lo vedo ancora nei miei sogni,
tracciare la strada, fermare la gente,
come un generale cristiano,
come il mio Dio.

“Trema la terra, trema
Trema la terra e il cielo si scolora
Tra nubi cupi il sole si nasconde
Morto è Gesù, ma la novella aurora
Del riscatto del ciel già si diffonde
Del riscatto del ciel già si diffonde
E la sua Santa Madre è là dolente
Pel suo figlio, nel riscatto supremo
Madre col suo Figlio! E? lì morente
Gesù trasse il respiro ultimo, estremo”

Famiglia, università di vita.

Li guardo e mi si stringe il cuore.
Vecchi, ormai.
Ma sempre pieni di vita,
la combattono sapendo
di non poter vincere.
Mi hanno insegnato tutto quello che so di importante:
il rispetto, la fatica, la disciplina.
E aiutare chi ha bisogno, anche solo con una parola.
Hanno faticato, si sono rotti la schiena per me,
per darmi quello che loro hanno solo sognato,
per farmi guadagnare la stima che merito.
E fiumi di discussioni, parole, rimbrotti:
solo per farmi capire che non esiste
traguardo senza fatica,
che non esistono regali,
ma solo furti a danno di altri.
I momenti belli sono stati tanti,
e mi ricordo la mano di mio padre
stretta sicura nella mia,
e il mondo mi sembrava così sicuro, così bello.
Anche quelli brutti li tengo stretti,
perchè forse così ho capito
quanto è importante una famiglia,
quanto siete stati importanti voi.

Infinitevolissimevolmente.


Certe volte si è tristi senza un perchè.
Oggi capitava a me,
e non me ne davo pace.
Scuro in volto ma poco abbronzato,
camminavo assorto pestando cacche di cane,
calzante metafora del mio umore.
La vita è burlona, certe volte:
oggi semplicemente stronza.
La immaginavo sopra di me,
ghignante.
Che mi osservava sempre:
da una vita.
E cercava di irritarmi,
con il suo fato sfigato,
e la sua fortuna cieca,
ma con un bastone bianco tremendamente duro:
il colpo di fortuna.
Do calci alle pietre
facendo tunnel alle panchine,
conto i quadrotti di cemento,
e vedo di non finire tra le righe:
al limite sopra.
Gesti ripetitivi mi impegnano
in un moto perpetuo,
ripeto l’inutile
infinitevolissimevolmente.
Come Mary Poppins,
ma senza ombrello:
perchè ora sta pure piovendo….