Libri dimenticati.


Libri presi da scatole
in cui hanno riposato per anni,
riposti ordinatamente
in ripiani bianco candido,
guardano severi il mio piccolo essere,
cambiato negli anni,
nel fisico,
nella mente.
Mi guarda un giovane Kerouac,
che dalle sue prose di un Mexico City Blues,
mi faceva sognare nei gradini assolati
di una facoltà florida di numeri,
ma arida di fantasia.
Un ammiccante Hemingway
mi portava in giro per la sua Africa
mentre io giravo per la mia città di frontiera
quasi africana.
Sontuosi Poe e irritanti Freud,
soavi Calvino e Buzzati,
avventurosi e drammatici Salgari e Twain,
epico London.
Mi guardano e non si ricordano di me,
non riconoscono qual ragazzo cresciuto come tanti,
invecchiato, forse,
ma capace ancora di sognare.
Mentre li mette in ordine a recuperare il tempo perduto.
Non solo quello di Proust.
Guardare quei libri è come ripercorrere
le tappe della mia vita,
per stati d’avanzamento,
per emozioni ricoperte di polvere,
per risate e lacrime piegate dentro pagine ingiallite.
Mi faranno compagnia
per tutta la vita.
Non vi lascerò più.

30 pensieri riguardo “Libri dimenticati.

  1. Parecchi, da quando mi sono sposato non avevo spazio per tutti e avevo deciso di tenerne solo una parte, con mille rimorsi per quelli da prendere e qualli da lasciare. Ora la libreria è grande e posso riaccoglierli tutti, con mio grande piacere.

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  2. Anch’io ho una scatola di libri che non stanno in libreria e ho dovuto accantonare. Una tragedia scegliere quelli da tenere in giro e quelli “meno importanti”. Ma adesso mi sa che la apro e faccio una ridistribuzione. un saluto

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  3. Il punto è: ci si può affezionare a degli oggetti, ma un libro è di più.
    E’ la prima esperienza virtuale, vive ed è coltivato, abbellito, costruito e arredato dalla nostra fantasia, moderno architetto o antico mastro d’ascia. E’ malleabile, diverso, legato ai momenti, luoghi, persone, clima politico.
    E’ parte della nostra persona.

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  4. Dimenticati… Sì, ma per modo di dire: questo tuo riscoprirli è un splendido recupero di una memoria più giovane e acerba. Rileggerli, potrebbe generare nuovi commenti.

    Buona giornata
    anathea

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  5. “Guardare quei libri è come ripercorrere
    le tappe della mia vita,
    per stati d’avanzamento,
    per emozioni ricoperte di polvere,
    per risate e lacrime piegate dentro pagine ingiallite.
    Mi faranno compagnia
    per tutta la vita.”

    Molto belle queste parole… è un po’ il rpporto che ho con i miei libri! Ognuno mi ricorda un particolare periodo dellamia vita… Un saluto

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  6. Hai mai letto l’ombra del vento? Di Carlos Ruiz Zafon….. tutti nasce dal cimitero dei libri dimenticati, un posto magico dove qualcuno conserva i libri dimenticati da tutti perchè non vada perduto il loro tesoro….. te lo consiglio…è una storia bellissima!

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  7. “Il grande vantaggio di essere disordinati
    è che si fanno di continuo interessanti scoperte”
    [anche se il disordine
    è riposto in una scatola -:^]
    ^:^Jana

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  8. x Anathea: vero, dimenticare un libro è come dimenticarsi di un pezzo di vita, di un avvenimento, di una gioia, di un dispiacere. Rileggerli potrebbe essere anche traumatico però: i libri sono quelli e noi cambiamo o è il contrario e non lo abbiamo capito al tempo?

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  9. x Laura : Grazie, forse le parole le ho prese dai libri che ho letto, o sono capitate a caso su un foglio bianco elettronico. Forse un giorno, riguardando questa pagina elettronica, proverò le stesse sensazioni che provo nei riguardi dei libri…
    un saluto anche a te 😉

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  10. x Jana: Mi stai dando del disordinato?? Forse hai ragione, forse no. Ma riesco a buttare un maglione, un giubbotto, una bici, una macchina: un libro no !
    Un caro saluto, fedele Jana 😉

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  11. bel post, mi ha fatto pensare a tutti i libri che languono nella mia soffitta, dentro scatole e scatole, o impilati disordinatamente sopra scaffali recuperati in giro. ogni tanto me ne capita in mano qualcuno che non ricordavo neanche più di avere letto. allora lo sfoglio, ne rileggo qualche pagina ed è ogni volta una nuova scoperta. avessi una libreria in ogni stanza darei a tutti il risalto che meritano, invece tocca selezionare. nella mia stanza ci stanno solo i libri verso i quali ho sviluppato una forma di attaccamento morboso, tipo la mia collezione di autori sardi, morti e viventi. è una roba patologica, forse un modo per sentire l’Isola più vicina.

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  12. io non posso fare senza dei libri e di leggerli. quando penso di averli dimenticati li rileggo e mi tuffo ancora nella loro lettura. e mi stupisco rifflettendo sui particolari che la prima volta mi sono sfuggiti…
    l´unico problema è che devo comprare uno scaffale nuovo all´anno… me ne compro tanti!
    un saluto, Tali

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  13. Hai nominato tanti autori letti anche da me e anche per me un ricordo un po’ sbiadito a volte… però in questi giorni ho ripreso in mano Martin Eden, di J.London. La prima volta letto in italiano, ma ero troppo acerba io; lo spirito del personaggio all’improvviso l’ho ricordato pochi giorni fa e ho cercato di nuovo il libro, lo rileggo per vedere se quella sensazione di avere la stessa solitudine dell’anima è esatta. L’ho trovato in lingua originale e mi ci sto cimentando, quello di London è uno slang, lontano dall’inglese che ho studiato.
    Oh, che tirata… forse per dire che bisognerebbe rileggerli, i libri che si sono letti da troppo giovani, o da bambini a volte. Da adulti ci si trova sempre qualche cosa di più.
    Ciao !

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  14. x stolida: Autori sardi? Anche io ho la mia comunità di sardi che si stanno allargando a vista d’occhio.. oltre agli stranieri che premono da due decenni.
    Ah, avere spazio per tutto!

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  15. x tali : Scaffali? Forse servirebbero le vecchie stanze libreria (o studio) di una volta. Ma con la miniaturizzazione degli appartamenti, siamo ridotti a essere i tascabili dei nostri tascabili.

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  16. x BLue Rose: Martin Eden è forse il libro più bello e intenso che abbia mai letto, ma come rilevi tu, forse averlo letto da adolescente l’ha reso indimenticabile.

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